Come
saprete, durante i negoziati sul Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2014-2020
che si sono svolti all'inizio di febbraio, il Consiglio Europeo ha deciso di
tagliare le spese amministrative di € 1,5 miliardi.
Questo
si aggiunge al milione di euro di risparmio che la Commissione ha
volontariamente presentato con la proposta di riforma del dicembre 2011 (vedi il nostro precedente
messaggio).
Per poter reperire l'ulteriore
miliardo e mezzo, la Commissione ha proposto di congelare per i prossimi due
anni gli stipendi e le pensioni del personale impiegato nelle istituzioni
europee, nelle agenzie e negli altri corpi. Questo significa che quanto
previsto dal metodo appena scaduto il 31 dicembre 2012 (che prevedeva
l'evoluzione di stipendi e pensioni con i funzionari nazionali), non si
applicherà anche se il metodo sarà reintrodotto con la riforma.
L'esatto ammontare della perdita del poter di acquisto dipenderà
dalla combinazione tra l'inflazione a Bruxelles e l'evoluzione degli stipendi
dei funzionari nazioni nei prossimi due anni, ma ci aspettiamo che possa
corrispondere approssimativamente a un echelon. L'effetto di questo congelamento
dei salari si ripercuoterà anche oltre questi due anni e al momento dell'entrata
in pensione. Stiamo seguendo da vicino questo nodo ma sembra che ci sia poco da
fare per contrastare questa prospettiva; la pressione sul Consiglio su questo
aspetto è molto importante e, ad ogni modo, un altro miliardo e mezzo deve
essere risparmiato dalle spese amministrative. Durante questo periodo di
congelamento è probabile che il coefficiente correttore sarà aggiornato
annualmente come sempre.
Un'altra misura
proposta è ancora più controversa: i negoziati, al loro attuale stadio,
prevedono l'introduzione di un nuovo prelevamento di crisi del 6% parallelamente
al congelamento degli stipendi. Non possiamo accettare questo prelievo in
assenza di un metodo o nel caso in cui il metodo sarà ripristinato con modalità
sostanzialmente divergenti dal precedente. Nel corso dei negoziati dell'ultima
riforma del 2004, il prelievo è stato introdotto in cambio di un metodo stabile
e ben definito. I due elementi non possono che andare di pari passo. Noi
crediamo che, con il congelamento di retribuzioni e pensioni, nessun prelievo
debba essere applicato. La DG HR ha dimostrato apertura verso queste
argomentazioni e ne terrà conto durante i negoziati con il Consiglio. Un punto
sembra essere chiaro: il prelevamento non potrà essere applicato
retroattivamente. Non dovremo restituire poi ciò che avremmo dovuto pagare
adesso se il prelievo di solidarietà non fosse scaduto alla fine del
2012.
Ma non è
tutto!
Il modo in cui sono
state scritte le conclusioni del Consiglio di febbraio possono dar addito ad
alcune interpretazioni. Alcuni membri del Gruppo di Lavoro sullo Statuto del
Consiglio (con l'Austria alla guida) vorrebbero introdurre una limitazione
all'evoluzione dei salari dopo i 2 anni di congelamento, almeno fino al 2020.
Comprenderebbe un "tetto dinamico" che consiste nella deduzione dello 0,5% per
ogni adeguamento salariale, anche se dovesse risultare un adeguamento negativo,
e un "tetto statico" che limiterebbe al 2% massimo ogni futuro adeguamento
positivo.
La Commissione non è
d'accordo con questa proposta che non è in linea con le conclusioni del summit
al Consiglio.
Dal summit del
Consiglio, la Commissione (DG HR) ha incontrato diverse volte il Gruppo di
Lavoro del Consiglio sullo Statuto ma le discussioni sono difficili e le due
parti non trovano l'accordo sulle modalità di implementazione della riforma.
Inoltre, il Gruppo Statuto non ha una singola opinione comune e alcuni tra i
suoi componenti sono fermi su posizioni piuttosto estreme. La Commissione ha
richiesto di poter ora negoziare a livello COREPER (gli ambasciatori degli stati
membri) e spera che si possa tenere un approccio più ragionevole e
realistico.
Il Parlamento
Europeo accetterà (o rifiuterà) la proposta sul QFP tra giugno e luglio. Se il
Parlamento sarà d'accordo verrà dato avvio al "trialogo"
Consiglio-Commissione-Parlamento per discutere come implementare la riduzione
del budget QFP e si pensa che il Parlamento potrà inasprire la propria posizione
contro il Consiglio.
Per concludere, i
negoziati sulla riforma sono ancora nelle loro fasi iniziali (piuttosto
caotiche). Avere raggiunto un accordo sul QFP non significa che tutto é stato
chiarito. Un congelamento di stipendi e pensioni per 2 anni sembra inevitabile
ma certi stati membri intendono colpire ulteriormente il servizio pubblico
europeo.
La riforma comunque
non entrerà in vigore prima del gennaio 2014.
Dobbiamo stare molto
attenti e abbiamo bisogno del vostro supporto!
R&D è qui per
difendere i vostri diritti!