venerdì 8 marzo 2013

Ultimi aggiornamenti sulla riforma

Come saprete, durante i negoziati sul Quadro Finanziario Pluriennale (QFP) 2014-2020 che si sono svolti all'inizio di febbraio, il Consiglio Europeo ha deciso di tagliare le spese amministrative di € 1,5 miliardi.
Questo si aggiunge al milione di euro di risparmio che la Commissione ha volontariamente presentato con la proposta di riforma del dicembre 2011 (vedi il nostro precedente messaggio).
Per poter reperire l'ulteriore miliardo e mezzo, la Commissione ha proposto di congelare per i prossimi due anni gli stipendi e le pensioni del personale impiegato nelle istituzioni europee, nelle agenzie e negli altri corpi. Questo significa che quanto previsto dal metodo appena scaduto il 31 dicembre 2012 (che prevedeva l'evoluzione di stipendi e pensioni con i funzionari nazionali), non si applicherà anche se il metodo sarà reintrodotto con la riforma.

L'esatto ammontare della perdita del poter di acquisto dipenderà dalla combinazione tra l'inflazione a Bruxelles e l'evoluzione degli stipendi dei funzionari nazioni nei prossimi due anni, ma ci aspettiamo che possa corrispondere approssimativamente a un echelon. L'effetto di questo congelamento dei salari si ripercuoterà anche oltre questi due anni e al momento dell'entrata in pensione. Stiamo seguendo da vicino questo nodo ma sembra che ci sia poco da fare per contrastare questa prospettiva; la pressione sul Consiglio su questo aspetto è molto importante e, ad ogni modo, un altro miliardo e mezzo deve essere risparmiato dalle spese amministrative. Durante questo periodo di congelamento è probabile che il coefficiente correttore sarà aggiornato annualmente come sempre.
Un'altra misura proposta è ancora più controversa: i negoziati, al loro attuale stadio, prevedono l'introduzione di un nuovo prelevamento di crisi del 6% parallelamente al congelamento degli stipendi. Non possiamo accettare questo prelievo in assenza di un metodo o nel caso in cui il metodo sarà ripristinato con modalità sostanzialmente divergenti dal precedente. Nel corso dei negoziati dell'ultima riforma del 2004, il prelievo è stato introdotto in cambio di un metodo stabile e ben definito. I due elementi non possono che andare di pari passo. Noi crediamo che, con il congelamento di retribuzioni e pensioni, nessun prelievo debba essere applicato. La DG HR ha dimostrato apertura verso queste argomentazioni e ne terrà conto durante i negoziati con il Consiglio. Un punto sembra essere chiaro: il prelevamento non potrà essere applicato retroattivamente. Non dovremo restituire poi ciò che avremmo dovuto pagare adesso se il prelievo di solidarietà non fosse scaduto alla fine del 2012.
Ma non è tutto!
Il modo in cui sono state scritte le conclusioni del Consiglio di febbraio possono dar addito ad alcune interpretazioni. Alcuni membri del Gruppo di Lavoro sullo Statuto del Consiglio (con l'Austria alla guida) vorrebbero introdurre una limitazione all'evoluzione dei salari dopo i 2 anni di congelamento, almeno fino al 2020. Comprenderebbe un "tetto dinamico" che consiste nella deduzione dello 0,5% per ogni adeguamento salariale, anche se dovesse risultare un adeguamento negativo, e un "tetto statico" che limiterebbe al 2% massimo ogni futuro adeguamento positivo.
La Commissione non è d'accordo con questa proposta che non è in linea con le conclusioni del summit al Consiglio.
Dal summit del Consiglio, la Commissione (DG HR) ha incontrato diverse volte il Gruppo di Lavoro del Consiglio sullo Statuto ma le discussioni sono difficili e le due parti non trovano l'accordo sulle modalità di implementazione della riforma. Inoltre, il Gruppo Statuto non ha una singola opinione comune e alcuni tra i suoi componenti sono fermi su posizioni piuttosto estreme. La Commissione ha richiesto di poter ora negoziare a livello COREPER (gli ambasciatori degli stati membri) e spera che si possa tenere un approccio più ragionevole e realistico. 
Il Parlamento Europeo accetterà (o rifiuterà) la proposta sul QFP tra giugno e luglio. Se il Parlamento sarà d'accordo verrà dato avvio al "trialogo" Consiglio-Commissione-Parlamento per discutere come implementare la riduzione del budget QFP e si pensa che il Parlamento potrà inasprire la propria posizione contro il Consiglio.
Per concludere, i negoziati sulla riforma sono ancora nelle loro fasi iniziali (piuttosto caotiche). Avere raggiunto un accordo sul QFP non significa che tutto é stato chiarito. Un congelamento di stipendi e pensioni per 2 anni sembra inevitabile ma certi stati membri intendono colpire ulteriormente il servizio pubblico europeo.
La riforma comunque non entrerà in vigore prima del gennaio 2014.
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