lunedì 1 luglio 2013

Riforma: analisi di R&D Ispra della proposta di accordo



Con questo messaggio vorremmo proporvi la nostra analisi e alcune riflessioni sulla proposta/accordo di riforma dal punto di vista del contenuto piuttosto che sulle modalità del processo che ha portato a questa ultima versione, perché riteniamo che possiate essere più interessati alle conseguenze pratiche piuttosto che ai negoziati e alle formalità in quanto tali.
Prima di arrivare all’analisi, vorremmo sottolineare che non siamo soddisfatti dell’accordo: può essere solo considerato come “il meno peggio” se messo a confronto con cosa potevamo imbatterci. Non dobbiamo dimenticare che l’intero esercizio non era inteso a migliorare i benefit del personale o a “riparare” gli errori della riforma 2004. No, si tratta solo di un’operazione volta a risparmiare denaro, eseguita sotto la pressione politica degli Stati Membri, che comunque, alla fine, non risparmieranno poi così tanto.  Gli Stati Membri hanno proposto un pesante inasprimento delle condizioni previste dallo statuto attualmente in vigore, per esempio attraverso l’eliminazione dell’indennità di espatrio, l’applicazione del prelievo alle varie indennità (tra cui quelle famigliare), il taglio dei diritti di pensione fino al 20%, l’incremento dei contributi pensione fino al 36%, età pensionabile da 63 a 67 anni e assunzione delle future segretarie con stipendi ridotti del 20%, solo per menzionare alcune richieste.
Siamo d’accordo con il sentimento dei nostri colleghi del Parlamento e vogliamo citare una loro dichiarazione:
“Se non fosse stato per la decisa presa di posizione del Parlamento Europeo, tutte queste misure sarebbero state pubblicate sul Giornale Ufficiale. Sentiamo la necessità di ringraziare il presidente Schulz, il  rapporteur Roth-Behrendt e il presidente del JURI e tutti i rapporteurs meno noti per la loro difesa di una funzione pubblica europea permanente, indipendente e competente”. 
 Alla luce di quanto sopra, è realistico dare almeno uno sguardo più in dettaglio all’accordo, così da poter esser in grado di valutare i risultati reali piuttosto che focalizzarsi sulle emozioni. Tenete presente che una composizione del personale così diversa - "vecchio" personale prima del 2004, "giovani" dopo il 2004  CA, TA, fine carriera, inizio carriera, personale single, staff con famiglia, "espatriati", etc. - è impossibile trovare un pacchetto di compromesso che possa minimizzare le insoddisfazioni di tutti nella stessa misura. Pe gli stati membri il vecchio slogan “dividi e conquista” sembra essere la strategia.
L’analisi dell’accorso è stata presentata e discussa nel corso della riunione del comitato R&D dello scorso giovedì 27 giugno, aperto a tutti i nostri iscritti. Con i loro importante contributo siamo arrivati alla seguente interpretazione (vedi link). Nell’accordo esistono molti elementi che danno seguito al percorso di deterioramento iniziato con la riforma del 2004. Tuttavia, si possono trovare anche alcuni miglioramenti (i.e. 6 anni per gli agenti contrattuali con la possibilità di partecipare a concorsi interni; metodo automatico di adattamento dello stipendio; incremento della griglia salariale e del livello di assunzione per la categoria AST/SC; incremento del tasso di promozione per i colleghi AD5 - AD7; inserimento della clausola che supporta le scuole europee e disposizioni per l’orario di lavoro flessibile).
Se l’accordo sarà accettato dal Parlamento Europeo, il compito della rappresentanza del personale sarà quello di minimizzare l’impatto negativo delle nuove norme e continuare nella direzione della difesa dell’UE e del suo personale.